Non si può negare: i gatti preferiscono le donne. Da sempre. A conferma di ciò lo studio condotto dall’Università di Vienna (pubblicato anche sulla rivista Behavioural Processes) che ha dimostrato come i felini siano in grado di imitare le tecniche utilizzate dai neonati per ingraziarsi le loro “mamme” umane. Il risultato è che, in media, le proprietarie ricevono fusa e miagolii tre volte di più che i proprietari maschi. Lo stesso discorso vale per i contatti fisici, che diventano sempre più insistenti nei confronti delle donne.
La motivazione, però, va da ricercarsi nella natura stessa del gatto. Per ogni micio il rapporto fondamentale è quello con la propria madre. Si potrebbe dire che questo è valido per tutti i mammiferi, ma per i gatti ancor di più: è da lei che ricevono cibo, coccole ed educazione. Lei insegna loro come comportarsi, come cacciare, cosa mangiare, chi considerare amico e chi temere. Insomma, mamma gatta è l’unico genitore e i micini apprendono esclusivamente da lei quelle che saranno poi le loro “tradizioni culturali”. Quando il gattone si rapporta agli esseri umani, dunque, è come se tornasse a essere il cucciolo che fa le richieste alla mamma, un “bambinone” affamato che chiede cibo e affetto e a questo richiamo è molto più facile che risponda una femmina piuttosto che un maschio.
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In fondo, la donna è più sensibile ai richiami infantili, alla richiesta di cibo e di coccole. Ed ecco quindi che le due esigenze si incontrano: un eterno neonato che chiede e una mammina pronta ad accudire. Questo rapporto speciale che lega gatto e donna, però, a volte può trasformarsi in un’arma a doppio taglio: tanto che è quasi sempre la donna di casa la destinataria degli “agguati”. Ovviamente, questo atteggiamento in un gatto casalingo va letto come un semplice gioco, una richiesta ulteriore di attenzioni, quindi è bene non spaventarsi e non alzare la voce: per lui è solo un altro modo di dimostrare amore.
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