I cani depressi si curano con i farmaci. Almeno questo accade nel Regno Unito dove, secondo uno studio condotto dall’Ordine dei medici britannico per cui l’80% dei 4 zampe inglesi soffrirebbe di disturbi comportamentali. La causa sarebbe da ricercare nelle troppe ore in cui gli animali rimangono soli chiusi in casa, mentre i loro proprietari sono impegnati al lavoro. Da qui l’esplodere di vere e proprie sindromi di ansia e depressione nei migliori amici dell’uomo che, in alcuni casi, possono diventare anche molto aggressivi. Per questo, pare, la richiesta di psicofarmaci come il prozac per animali sia schizzata alle stelle, anche se gli stessi medici, in una recente circolare, invitano i proprietari a dare più compagnia e affetto ai loro animali, invece di pillole e sciroppi. Ma se questo accade Oltremanica, com’è invece la situazione nel nostro Belpaese? Lo abbiamo chiesto a Manuela Piras, medico veterinario di Cagliari.
Dottoressa Piras è vero che oggi si tende a prescrivere farmaci antidepressivi ai cuccioli di casa?
In realtà, il quesito è complicato perché rientra nella sfera del comportamentale della quale si occupano “seriamente” solo pochi veterinari. E’ molto importante focalizzare l’attenzione proprio su questo punto. Qualunque disturbo comportamentale del cane va trattato come una vera e propria patologia, con una corretta visita da parte di un esperto che raccoglierà non solo dati clinici, ma anche anamnestici.
Che vuol dire?
Che, per effettuare una corretta diagnosi, va indagata anche la “storia” del paziente in questione, ad esempio i tempi e i modi dello svezzamento e anche quanti mesi e come il cucciolo è stato a contatto con la sua mamma. Questi sono dati molto importanti per capire il comportamento di un cane adulto.
Ma come si arriva a diagnosticare la depressione nei cani?
Diciamo che, una volta escluse tutte le patologie concomitanti e focalizzato in maniera sufficientemente precisa il disturbo, si attueranno tutte le possibili misure atte ad arginare il problema. Ma va segnalato che queste sono terapie lunghe in cui la collaborazione del proprietario (o dei proprietari) risulta fondamentale. L’utilizzo degli anti depressivi è di conseguenza una scelta che non dovrebbe mai essere la prima.
Quando invece le pillole sono necessarie?
Esistono casi (quando ad esempio i cani arrivano ad aggredire conviventi oppure iniziano a farsi del male da soli a seguito di questi disturbi) in cui la terapia farmacologica può accompagnare anche fasi precoci di terapia. L’importante è sempre farsi seguire da un professionista accreditato che escluda in primis altre patologie e non affidarsi a cure fai-da-te, magari per sentito dire o dopo aver letto qualcosa su Internet.
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