Abbiamo già parlato di Choupette, la gatta ereditiera dello stilista Karl Lagerfeld, che viaggia su jet privati, ha profili social e, anche, una “piccola” somma da parte per mantenersi nel caso succeda qualcosa al suo blasonato proprietario. E, proprio come Lagerfeld, sono sempre di più le persone in Italia che vorrebbero inserire nel testamento i loro piccoli animali da compagnia. Per assicurar loro un futuro, ma anche per ringraziarli dell’affetto che gli hanno donato in vita. Per trattarli, insomma, come “uno di famiglia”.
D’altronde, secondo i dati divulgati recentemente dall’Eurispes (l’istituto privato che si occupa di studi politici, economici e sociali), gli italiani si schierano decisamente dalla parte dei loro amici a quattro zampe e non solo: il 90,7 per cento non ama le pellicce, l’87 per cento è contro la vivisezione e il 78,8 per cento contro la caccia. In ultimo, il 68,3 per cento dice no agli animali nei circhi (tema, tra l’altro sempre più all’ordine del giorno).
I numeri, poi, parlano chiaro: sono sempre di più i connazionali che hanno deciso di condividere la propria vita con uno o più animali, di dedicare loro affetto, attenzioni e spesso anche impegno sociale. Non è quindi sorprendente che, soprattutto chi è anziano e vive solo con un piccolo amico peloso, pensi anche al suo futuro qualora dovesse venire a mancare prima di lui. Eppure, in merito a questa questione, la nostra legislazione non è ancora chiara.
Infatti, se è vero che la legge ancora non consente di nominare eredi diretti un cane, un gatto o chi per lui, nessuno dovrebbe impedire a un privato cittadino di fare testamento lasciando parte delle sue sostanze a una Onlus che si occupa di animali. E nella realtà nessuno lo impedisce. Tanto che la Lav (Lega anti vivisezione) sarà sabato 7 marzo a Milano (presso la Fondazione Matalon, Foro Buonaparte, 67) per spiegare come fare.
Dalle 10 del mattino è, infatti, in programma l’evento dedicato al Testamento in favore degli animali. Una possibilità ancora poco nota in Italia (solo l’8 per cento affida al testamento le proprie volontà) ma che si sta affermando rapidamente negli ultimi anni (più 10-15 per cento i lasciti post mortem a favore di no profit dal 1994). L’appuntamento è aperto al pubblico e un notaio risponderà a tutte le domande dei presenti, i quali possono portare con sé anche i loro amici a quattro zampe.
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