Un guinzaglio, una bottiglietta d’acqua e gli appositi sacchetti igienici. E’ ciò che ogni proprietario di cane in città è obbligato a portarsi dietro ogni volta che esce a fare una passeggiata con il suo amico a quattro zampe. Se così non fosse, secondo la Cassazione si può imputare al proprietario “sciatteria o imperizia nella conduzione dell’animale“.
Il caso da cui prende origine la dichiarazione della suddetta Corte riguarda un uomo “colpevole”, secondo il proprietario di un edificio dichiarato di notevole interesse storico architettonico nel centro di Firenze, di aver imbrattato la facciata lasciando che il cane vi orinasse sopra. Il giudice di pace aveva dato ragione al proprietario del palazzo, mentre il Tribunale di Firenze aveva accolto l’appello del padrone del cane, alla luce del fatto che questi aveva versato dell’acqua per ripulire la macchia provocata dall’animale.
La Cassazione, ora, ha quindi confermato la decisione del Tribunale, chiarendo che “il reato contestato all’imputato è un delitto, per la cui configurabilità è richiesta la sussistenza del dolo anche generico. Nella fattispecie in esame non è risultata provata la sussistenza del dolo“.
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In poche parole, poiché l’uomo aveva tentato di pulire là dove il cane aveva sporcato non poteva essere ritenuto colpevole. Da qui ne è scaturito un piccolo prontuario, che ogni padrone di quattro zampe è tenuto a prendere in considerazione quando si appresta a uscire con il suo amico peloso. Per prima cosa, il proprietario deve mettere in atto una attenta vigilanza sui comportamenti dell’animale: deve cioè limitarne libertà di movimento in modo che non sia totale (se del caso tenendolo con un guinzaglio). Secondo poi, deve intervenire con atteggiamenti tali da farlo desistere (quantomeno nell’immediatezza) dall’azione. Terzo e ultimo, nell’impossibilità di vietare al cane di fare pipì, è bene portarsi dietro una bottiglietta d’acqua per ripulire.
E se anche la Cassazione ha parlato, ai padroni non resta che prenderne atto e adeguarsi.
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