Con l’allungarsi delle giornate e con il clima più mite, torna, purtroppo, anche l’allerta annuale per la processionaria, il bruco più temuto soprattutto dai cani e dai loro proprietari. Il suo incedere lento, buffo e in fila indiana (replicando proprio l’andatura di una processione) lo fa sembrare innocuo, ma in realtà questo animaletto peloso è davvero molto pericoloso per i nostri amici a 4 zampe.
L’habitat ideale di questo lepidottero sono i pini, ma talvolta è possibile trovarlo anche sui cedri e su altre giovani piante: se in inverno trovate dei nidi biancastri su queste piante, allora è probabile che abbiano un’infestazione di processionaria.
Da adulte, allo stadio di farfalla/falena, sono assolutamente innoffensive, ma a quello larvale (ovvero quando sono bruchi) rappresentano un rischio per tutti i mammiferi a sangue caldo, uomo, cane e gatto compresi. Marzo, solitamente, è il mese in cui sono più diffuse, ma purtroppo, con i cambiamenti climatici in atto, in molti terreni si sono già riscontrati diversi casi di processionaria.
Ma cosa accade al cane quando entra in contatto con questi bruchi pelosi? I sintomi sono subito evidenti, come la salivazione eccessiva, l’ingrossamento della lingua, l’irritazione delle mucose. Ma la processionaria può portare anche alla distruzione delle cellule che possono andare in necrosi, con relativa caduta di parti di lingua. Inoltre, nel caso in cui l’animale l’avesse ingoiata, manifesterà vomito e diarrea più o meno intensi. Importante, in questo caso, è eliminare la causa del danno dalla bocca del cane, praticando un lavaggio a base di acqua e bicarbonato. Dopo aver tamponato la situazione, però, portatelo immediatamente dal vostro veterinario di fiducia, evitando, se possibile di toccare l’insetto con le mani.
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