#giulezampe: animali e pignoramento, una questione ancora aperta

Ammettiamolo: di Equitalia si parla sempre malvolentieri, ma da qualche tempo il mondo animalista (e non solo) ha fatto una nuova scoperta piuttosto inquietante. Infatti, la società incaricata della riscossione dei tributi su tutto il territorio (eccezion fatta per la Sicilia) considera gli animali domestici pignorabili, come un mobile, un cellulare o un’automobile. Ed è già successo a Cryo, uno splendido pastore corso, che nel 2010 è finito tra i beni pignorati per punire i conti non in regola della padrona.

Recentemente, sulla questione è tornato anche il presidente della Commissione Ambiente della Camera dei deputati, Ermete Realacci, rilevando “l’inadeguatezza delle nostre normative su una questione che interessa ben 25 milioni di italiani“. Perché se è vero che oggi per 4 italiani su 10 gli amici pelosi sono dei veri e propri componenti della famiglia, è vero anche che per la nostra giurisprudenza essi sono ancora considerati “beni”. Realacci ha dunque chiesto che la normativa vigente si aggiorni al principio di civiltà già adottato da Austria e Germania, secondo cui gli animali domestici non sono cose pignorabili, ma esseri viventi dotati di propri sentimenti da rispettare. “Peraltro – ha concluso Ermete Realacci – assistiamo al paradosso che la legge ad oggi esclude il pignoramento di tutti quei beni che abbiano un valore affettivo, ma non quello degli animali da compagnia”.

E, in difesa degli animali da compagnia, si è schierata anche la giornalista e conduttrice tv Tessa Gelisio, ambientalista e presidente di ForPlanet onlus. E’ lei che ha lanciato su la campagna #giulezampe, tramite il sito www.change.org con cui si chiede al governo italiano di “riconsiderare il valore degli animali domestici nel contesto del codice civile e penale con specifiche leggi che li distinguano chiaramente dalle proprietà sequestrabili e pignorabili“. Il “valore degli animali”, ha detto la Gelisio: e voi quanto li valutereste i vostri inseparabili compagni?

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