Lui è quello che “sussurra ai cani”. Eppure, ancora una volta, sembra essere finito nell’occhio del ciclone. Stiamo parlando di Cesar Millan, il popolare educatore cinofilo nato in Messico e naturalizzato statunitense, che da anni conduce il programma tv intitolato Dog Whisperer – Uno psicologo da cani. Questa volta, però, non si tratta di critiche sui suoi metodi educativi (già messi sotto accusa da alcuni animalisti e oggetto di alcuni servizi di Striscia la notizia) questa volta il professionista rischia di finire in prigione.
A portare in giudizio Cesar è stata Alison Bitney, un’infermiera della Florida, aggredita da un pit bull adottato nel centro fondato da Millan. La Bitney, infatti, ha raccontato di essere stata attaccata dal cane nel settembre 2014, mentre era a casa di un suo amico. Gus, questo il nome del cane, era stato adottato da soli sei giorni ed era arrivato dal Dog Psychology Center di Santa Clarita, in California. La donna, inoltre, in seguito all’aggressione, ha riportato danni permanenti alla mano sinistra.
L’animale era già stato protagonista di un’aggressione nel 2013, quando si accanì al petto e a un braccio di una persona. Allora, il giudice l’aveva posto sotto sequestro e non lo fece sopprimere solo perché affidato alle speciali cure del centro del famoso educatore.
In aiuto di Millan si è però schierato Jen Woodard, direttore del Dog Psychology Center che, pur ammettendo che i tempi non fossero maturi per il cane in questione, ha sostenuto che Cesar non ha mai avuto a che fare con l’addestramento dell’animale, né con la sua adozione. Se queste dichiarazioni verranno provate, per la celebrità sarà dunque un brutto incidente che probabilmente si risolverà con un cospicuo risarcimento all’infermiera. Mentre sembra non esserci più nulla da fare, invece, per il pit bull Gus che, a quanto pare, sarebbe già stato condannato all’eutanasia.
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