Questa storia ha davvero dell’incredibile. Sembra una storia da film, invece stiamo parlando della realtà. I protagonisti sono il 69enne Franco Fabbri, noto urologo di Forlì adesso in pensione, e Ghemon, un golden retriever di nove anni. Ebbene: Ghemon ha salvato la vita di Franco. L’ha salvato da un infarto.
I dettagli sono resi noti dal Corriere della Romagna, cui il dottore ha rilasciato un’intervista: “Il mio cuore si era fermato ma poi il cane si è messo sul mio petto e col suo peso mi ha praticamente fatto un massaggio cardiaco. Il resto lo hanno svolto, velocemente e in modo impeccabile, gli operatori del 118 e i medici dell’ospedale“. Ghemon non è di Franco ma di sua figlia, tuttavia i due si vedono spesso. Sì, perché la figlia lascia spesso il cane a casa del padre: “resta accucciato ai miei piedi mentre leggo il giornale“, spiega l’urologo.
Alle 14 circa, qualche giorno fa, dopo pranzo Franco si è seduto in poltrona ma ha subito avvertito un malore: “Dei minuti successivi non ricordo nulla se non, appena sveglio, di avere il cane con le zampe sul mio petto, con tutti i suoi 40 chili di peso, intento a leccarmi la faccia. E’ stato lui, abbaiando, a dare l’allarme a mia moglie che era in cucina e non si era accorta della sincope che mi aveva procurato un vero e proprio arresto cardiaco. Per fortuna anche Gabriella è un medico e mi ha rianimato in attesa dell’arrivo dell’ambulanza“. Una manciata di secondi e la situazione sarebbe stata irreversibile, procurando anche danni collaterali al cervello.
Nel giro di un paio d’ore Franco si è ritrovato con un pace maker nel petto, “che ho ancora e chi mi ha permesso di tornare quasi subito, dopo tre giorni di degenza, ad una vita normale. E per questo non finirò mai di ringraziare medici e personale ospedaliero per la loro professionalità e grande disponibilità“. Per una volta, la sanità pubblica ne esce alla grande. Ma se non fosse stato per Ghemon…
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