Cani “panda” sequestrati al circo Orfei di Brescia

Due Chow Chow, bianchi e tenerissimi, truccati per assomigliare a dei panda. Questa l’incredibile scoperta del corpo forestale dello Stato, che ha messo fine a questa pratica così umiliante e fonte di sofferenza per i cani. Tutto questo si svolgeva in un circo famoso, di proprietà di Moira Orferi, dove i due animali erano mascherati da panda e usati per foto a pagamento con i bambini, prima dell’inizio dello show.

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E’emerso che i documenti mostrati dai circensi relativi ai due esemplari erano due passaporti falsi. I cani, che risultano essere stati importati dall’Ungheria, avevano un età sicuramente inferiore a quella dichiarata di circa sei mesi. Dai controlli veterinari effettuati i cani sono in buone condizioni di salute anche se mostrano un’accentuata lacrimazione oculare probabilmente aggravata dai continui lampi dei flash a cui erano esposti”, si legge nel documento del nucleo investigativo per i reati in danno agli animali (Nirda) e del comando stazione di Brescia.

I cani venivano truccati con la cipria, in modo da apparire bianchi, e gli occhi bistrati di nero. Molto probabilmente sono stati alcuni spettatori a far scattare l’allarme, e a denunciare il tutto al partito protezione animali, che ha mandato alcuni volontari, in incognito, ad assistere agli spettacoli per verificare l’effettivo sfruttamento dei cani. I due dolcissimi cuccioli sono stati ora posti sotto sequestro, ma rimangono ancora all’interno del circo in attesa che la guardia forestale possa verificare se sono stati vittime di altri maltrattamenti. Ancora oggi, ci chiediamo, quanto sia necessario sfruttare gli animali per il divertimento dell’uomo. “Noi non ce l’abbiamo con il circo in quanto tale, chiediamo semplicemente che durante gli spettacoli non vengano usati gli animali. Ci sono tante altre attrazioni che si possono mettere in campo per divertire il pubblico. Il Cirque du Soleil, che propone spettacoli meravigliosi, insegna“, ha dichiarato il presidente del partito protezione animali Fabrizio Catelli.

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