Due San Bernardo, maschio e femmina sono stati usati come corrieri della droga, tra il Perù e il Messico. Bombon, bellissimo maschio, è morto sotto i ferri del chirurgo peruviano mentre Lola è riuscita a sopravvivere all’operazione. L‘organizzazione criminale di narcotrafficanti usava i bellissimi cani per trasportare cocaina fuori dal Paese, in una maniera inedita rispetto ai classici metodi.
COOKIE, IL GATTO PERCORRE DA SOLO MILLE CHILOMETRI E RITROVA CASA
“Sinora il trasporto della droga era fatto solo dalle cosiddette mulas, persone disposte a rischiare la vita in cambio di poche migliaia di dollari ingerendo ovuli di coca ma è la prima volta che i narcos usano dei cani. Se non fossimo intervenuti subito, Lola e Bombon sarebbero comunque morti, uccisi a destinazione, squartati senza troppi complimenti per recuperare i sacchetti di coca da questi delinquenti” spiega un agente dell’antinarcotici peruviana. Bombon e Lola avevano già subito un’operazione per inserire la droga nello stomaco, per un totale di tre chili ciascuno e diversi punti di sutura.
Arrivati all’aereoporto erano già in gravi condizioni: con cicatrici, vomito, febbre alta e un’infezione in atto. L’uomo che ha architettato tutto ciò è un italiano Giuseppe Tombolan, un 22enne già fermato in precendenza perché aveva sacrificato due splendidi golden retriever utilizzandoli sempre per trasportare la droga. I narcotrafficanti hanno deciso di usare gli animali per i loro loschi traffici e come sempre, quando di tratta di animali indifesi sono proprio questi ultimi a pagare. Ora Tombolan è in galera, mentre Lola sta lottando per la vita. Il nostro in bocca al lupo va a Lola, nella speranza che possa riacquistare la salute e la fiducia negli essere umani.
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