Toxoplasmosi e gravidanza: il gatto in casa è davvero pericoloso?

Le donne in gravidanza che possiedono un gatto hanno spesso paura di prendere la toxoplasmosi. Ma cos’è esattamente questa malattia che può nuocere al feto? La Toxoplasmosi è una malattia causata daL Toxoplasma gondii, un coccidio che ha come ospite definitivo il gatto e che l’animale può prendere ingerendo carne cruda o poco cotta che contiene gli stadi intermedi del batterio. Il padrone può contrarre la toxoplasmosi pulendo la lettiera del micio oppure ingerendo vegetali contaminati dalle feci del gatto (o mangiando egli stesso carne cruda).

VICTORIA CABELLO E IL CANE SILVANO

Solitamente questa malattia è asintomatica e quindi è difficile accorgersi di averla contratta, ma nelle donne in gravidanza può avere conseguenze gravi, con aborti spontanei, danni al sistema nervoso centrale del feto e natimortalità. Fino a pochi anni fa era vietato tenere un gatto in casa durante una gravidanza, ma ora le cose sono cambiate e una migliore informazione permette di stare più attenti. “Il gatto casalingo, che si nutre di crocchette o scatolette, difficilmente contrae il toxoplasma– spiega il veterinario Mario Melosi-“Affinché le ovocisti eliminate dal gatto con le feci rappresentino un rischio devono rimanere 2 o 3 giorni nelle feci. Questo non accade se la lettiera viene cambiata ogni giorno“.

Il rischio di contrarre la toxoplasmosi è quindi minimo ma per stare più sicuri si possono sempre fare analisi del sangue sia alla futura mamma che al micio, per sapere se hanno già contratto la malattia. In caso positivo è bene sapere che non si può prendere la toxoplasmosi due volte e che il micio espelle le ovocisti per 10 giorni in tutta la vita. Se proprio non ci si sente sicure con un gatto in casa si può trovare una sistemazione alternativa durante i primi tre mesi di gravidanza (un parente, un amico, una pensione vicina a casa), passati i quali la toxoplasmosi non è più pericolosa.

Photo by Facebook

Impostazioni privacy