Burmese, il gatto che può vivere anche diciotto anni

Le origini della razza Burmese non sono ancora del tutto chiare: gli antenati dovrebbero rispondere al nome di Sulapak (o Thon Daeg), gatti dal mantello lucido e marrone che appaiono in alcuni scritti precedenti al 1700. Nel 1930 James Thompson portò ad una mostra felina Wong Mau, una gattina dall’aspetto elegante che però venne scambiata per uno strano Siamese marrone e per questo motivo fatta accoppiare con un Siamese chocolat point e poi con tre dei suoi figli: nacquero così dei gatti con tre diverse colorazioni, alcuni simili ai siamesi, altri simili a Wong anche se con le estremità più scure ed altre ancora di colore omogeneo. La razza ebbe il riconoscimento ufficiale nel 1936 e venne importata in Gran Bretagna una decina di anni dopo. Ora è diffusa in tutto il mondo ed in particolar modo in Australia.

ASPETTO: Il Burmese è un gatto muscoloso, elegante e di media taglia. La sua particolarità principale è la distribuzione del colore sul corpo, infatti l’intensità varia, con sfumature più intense sul muso, sulla coda e sulle zampe. La corporatura non è leggera e snella, non a caso il maschio può arrivare a pesare fino a 5 chili (al contrario della femmina solo 3); la testa e gli occhi sono rotondi e le orecchie hanno la punta arrotondata.

TEMPERAMENTO: Ha un carattere dolce e si affeziona molto al suo padrone, seguendolo in giro per la casa. Ama farsi coccolare e ha bisogno di ricevere costanti attenzioni, infatti soffre se viene lasciato da solo per troppo tempo. Inoltre ama la compagnia di altri gatti e fa anche amicizia con i cani. E’ un gatto attivo e giocherellone, che è adatto anche per stare con i bambini.

CURIOSITA’: E’ uno dei gatti più longevi, tanto che spesso raggiunge i diciotto anni di età.

Foto by Facebook

Impostazioni privacy