Camosci a rischio estinzione a causa dell’aumento delle temperature

I cambiamenti climatici stanno creando molti danni all’ambiente e agli animali. Una delle conseguenze più gravi riguarda la possibile estinzione dei camosci che abitano le nostre Alpi e in particolare la Valle D’Aosta. I ricercatori dell’università inglese di Durham, hanno pubblicato uno studio su “Frontiers in Zoology”  evidenziando un calo del peso corporeo in questi animali del 25%: fa più caldo, i camosci sono più pigri e si nutrono meno. La diminuzione del peso si è registrata dagli anni ’80 in poi, parallelamente all’aumento di 3-4 gradi della temperatura.

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I camosci sono abituati a climi più freddi e l’innalzamento delle temperature ha causato una diminuzione del loro movimento e una maggiore stanzialità; gli animali vanno meno in cerca di cibo e preferiscono riposarsi. “Il declino delle dimensioni corporee attribuito al cambiamento climatico è molto diffuso nel regno animale, con parecchie specie di pesci, uccelli e mammiferi che si stanno rimpiccolendo. Tuttavia i decrementi che osserviamo qui sono sorprendenti. Gli impatti sul peso del camoscio potrebbero porre un problema reale sulla sopravvivenza di queste popolazioni“, ha dichiarato Tom Mason, autore dello studio.

Un aumento della temperatura causa anche un calo nelle proprietà nutrizionali dei cibi e una diminuzione della loro reperibilità. I ricercatori auspicano quindi misure per ripopolare i camosci delle Alpi, così come è accaduto per quelli degli Appennini, anch’essi a rischio estinzione fino a pochi anni fa, che sono riusciti a sopravvivere grazie ad un programma di ripopolamento denominato Life Coornata e co-finanziato dall’Unione Europea. Questo progetto si è dimostrato un vero successo e ha portato, nel 2014, le zone appenniniche a contare sulla presenza di circa 2000 esemplari, contro i 30 presenti sul territorio appenninico nei primi anni del novecento.

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