Le origini del Piccolo Levriero Italiano risalgono alla notte dei tempi. Sono stati infatti ritrovati resti paragonabili a quelli del P.L.I. risalenti a 5000 anni fa in Egitto, precisamente nel 1965, all’interno della tomba della Regina Herneith (2950 a.C.) della I Dinastia. Questo animale era considerato sacro dagli Egizi ed è arrivato in Europa, probabilmente, grazie ai Greci e ai Fenici. Ma la più grande diffusione si è avuta grazie al popolo Romano che amava in modo particolare questo piccolo e grazioso cagnolino. Una volta giunto nella Città Eterna divenne immediatamente il protagonista assoluto dei saloni e delle feste dell’aristocrazia romana, ogni dama ne possedeva almeno uno come animale da compagnia, ma veniva utilizzato altresì per la caccia alla lepre. Ben presto si diffuse con notevole successo anche in Inghilterra, in Francia e nelle altre corti europee sempre presso le famiglie reali e i nobili che ne apprezzavano la grazia e l’indiscutibile eleganza.
Aspetto: È un cane di piccola taglia che misura da 32 a 38 cm per circa 5 kg di peso. Ha una corporatura esile ma muscolosa che ricorda quella del Whippet. Il pelo è raso e liscio senza sottopelo nei colori del nero, grigio, ardesia e isabella. Possiede occhi grandi ed espressivi. Tende a portare la coda in mezzo alle gambe posteriori, attitudine che non deve essere però considerata segno di paura o sottomissione.
Temperamento: Il P.L.I. è gaio, vivace, docile, intelligente e molto affettuoso. Ha un buon carattere, abbaia poco e ama compiacere il suo padrone. Impara facilmente ed è un meraviglioso animale da compagnia attaccatissimo al suo padrone, mentre resta diffidente verso gli estranei. Necessita di calma e a causa della sua sensibilità ha bisogno di un ambiente familiare sereno, perché non vive bene gli stress.
Impiego: Grazie alla sua velocità (può raggiungere i 60 Km orari) è adatto a sport come il coursing o l’agility. Nonostante l’apparenza fragile è in realtà un cane molto resistente e forte fisicamente.
Curiosità: Il P.L.I. era il favorito di poeti, re e imperatori come Francesco I, Caterina de Medici, Luigi XV, Caterina di Russia e Federico il Grande che ne possedeva oltre 30 esemplari che lo accompagnavano ovunque. Lamartine gli dedicò anche dei versi e definì il Piccolo Levriero Italiano non come un cane, ma come un uccellino a quattro zampe.