Sarà sicuramente capitato anche voi che avete un peloso dentro casa, di notare che fa movimenti bruschi e agitati durante le ore di riposo. Cosa sta accadendo? Semplice, sta sognando! In effetti è cosa abbastanza comune e facile da notare, basti pensare che il primo a teorizzare questa ipotesi fu il filosofo greco Aristotele nel suo trattato “Storia degli animali”, ma la vera novità arriva dal fronte della scienza, che oggi sarebbe in grado di dimostrare con prove e studi empirici l’attività onirica degli animali.
A spiegare come ciò sia possibile è lo scienziato cognitivo e divulgatore scientifico della University of Southern California di Los Angeles, Jason G. Goldman. Ci sono infatti due modi per poter analizzare il comportamento degli animali nello stato del sonno: uno è studiando i movimenti fisici involontari durante la fase di riposo, l’altro è cercando delle analogie tra il funzionamento del nostro cervello con il loro. Già a partire dagli anni Sessanta sono apparse le prime ricerche che seguivano questa linea, infatti alcuni investigatori del periodo hanno notato come durante la fase rem, letteralmente “movimento rapido degli occhi”, sia uomini che animali tendevano a muoversi. La cosa più curiosa è che in questo stato i nostri muscoli normalmente sono paralizzati.
A sua volta il professor Stanley Coren, dell’university of British Columbia, nel suo libro “L’intelligenza dei cani”, scrive come anche gli animali seguano gli stessi stati di sonno che sono propri anche a noi, passando dal momento non rem, diviso in quattro stadi di profondità, a quello rem. E’proprio a questo punto che si svilupperebbe il pensiero onirico, coinvolgendo la categoria dei mammiferi in generale e di alcune specie di uccelli, mentre restano fuori dal mondo dei sogni pesci ed insetti.
E’ comunque per ora impossibile riuscire a decifrare il contenuto e le caratteristiche emotive dei sogni una volta giunti al momento del risveglio; non si può dunque sapere se ciò che accade ad occhi chiusi possa avere poi un qualche riscontro nella veglia, lasciando tracce o residui di memoria, come avviene invece per noi umani.
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