Forse ognuno di noi, o almeno chi ha un debole per i cavalli, ha sognato di possederne uno con il manto lucido e dorato. In realtà esiste davvero una razza equina che possiede queste caratteristiche. Ci riferiamo, naturalmente, all’Akhal-Teke, un cavallo purosangue, proveniente dal Turkmenistan, noto per il naturale aspetto dorato del suo manto: quello che viene considerato unanimemente il cavallo più bello del mondo. Ma sapete da cosa nasce questo splendido gioco di colori? Sia dalla pelle estremamente sottile che dai peli molto corti e morbidissimi. Infatti la struttura del pelo dell’Akhal-Teke è molto fine e piuttosto insolita, il suo “bagliore” è dovuto alle dimensioni ridotte, o addirittura all’assenza, del nucleo opaco che si trova al centro del fusto del pelo (detto anche asta). La parte trasparente del pelo, o midollo, occupa lo spazio extra e agisce come una fibra ottica, riflettendo la luce da una parte all’altra. Da qui l’aspetto dorato del pelo di questo splendido destriero.
Altezza: l’altezza al garrese dell’Akhal-Teke è compresa tra 154 – 165 cm
Lunghezza del corpo: tra 153 e 165 cm
Circonferenza toracica: tra 168 e 190 cm
Peso: 320 – 430 kg
Muscolatura: asciutta, piatta e lunga
Mantello: come sopra si diceva, il particolare aspetto del mantello è ciò che contraddistingue la razza. Esso si presenta infatti con eccezionali riflessi metallici dorati, argentei o addirittura bronzei.
Colore del pelo: sono ammessi tutti i colori e i più comuni sono sauro, isabella, baio, falbo (sabbia), mogano, morello, grigio; mentre i più “rari” sono palomino bianco, golden black con tendenza al blu e viola, isabella dorato, pink-isabella (rosa salmone spesso con occhi azzurri).
Andatura: l’Akhal-Teke ha dei movimenti molto aggraziati, eleganti ma anche agili e scattanti, paragonabili a quelli del levriero.
Altra caratteristica fisica particolare di questo meraviglioso esemplare equino è quello di possedere degli arti molto lunghi, adatti proprio alle condizioni tipiche dei terreni desertici del Turkmenistan, ex repubblica sovietica dell’Asia Centrale.
Carattere: è un cavallo molto vivace ed attento, ma anche coraggioso ed intelligente. L’ambiente ostile del deserto dal quale proviene ha fatto di lui un animale molto resistente, veloce ed affidabile. Apprende con grande facilità qualsiasi insegnamento e la sua andatura regolare consente al cavaliere di montarlo per molto tempo senza affaticarsi. Inoltre si lega profondamente al suo padrone, tanto da instaurare con lui – se rispettato – un rapporto di lealtà, fedeltà e devozione.
Utilizzo: Questa particolare razza di cavallo veniva impiegata sia per le corse che come mezzo di trasporto per attraversare il deserto, tutt’oggi infatti l’Akhal-Teke è un ottimo fondista ed un cavallo estremamente resistente. Nel mondo antico avere un Akhal-Teke era simbolo di ricchezza, ma anche garanzia di libertà, indipendenza e sopravvivenza poiché esso ha rappresentato per secoli il mezzo fondamentale per la fuga e la salvezza in caso di attacchi improvvisi da nemici esterni. Addirittura, per alcune etnie Turkmene, l’importanza di questo cavallo era seconda solo al capo famiglia.
Curiosità: l’Akhal-Teke è conosciuto anche come “Cavallo Celeste” perché si ritiene che anche gli imperatori cinesi montassero questa antica razza equina. Invece il suo nome deriva dalla zona di provenienza: la valle dell’Akhal situata nel mezzo del deserto del Karakum, roccaforte della tribù turcomanna dei Tekè i primi allevatori di questa razza. L’Akhal-Teke è considerato il simbolo della nazione tanto da apparire al centro dello stemma della Repubblica. Attualmente, grazie alla sua agilità e resistenza, viene impiegato anche per il dressage, il salto agli ostacoli, l’endurance e il trekking. Absent è il nome dello stallone Akhal-Teke più famoso al mondo: vinse infatti una medaglia d’oro a Roma durante le Olimpiadi del 1960 (montato da Sergei Filatov), due di bronzo a Tokio nel 1964 (individuale e a squadre, montato sempre da Sergei Filatov) e una d’argento a squadre in Messico nel 1968 (montato da Ivan Kalita). Per tutte queste vittorie riportate Absent venne soprannominato il “Cavallo del secolo”. La leggenda vuole che Bucefalo, il cavallo di Alessandro Magno, fosse proprio un Akhal-Teke.
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