Arturo è un vecchio esemplare di orso polare che ha ventinove anni ed è rinchiuso nello zoo di Mendoza in Argentina: il clima di questo posto è molto torrido e supera facilmente i trentacinque gradi di temperatura. Per questo motivo nemmeno le pozze d’acqua presenti nel suo recinto servono a tanto. Non a caso si tratta dell’ultimo esemplare di questa razza che si trova nel Paese: addirittura c’è chi l’ha definito “l’animale più triste del mondo” proprio a causa della sua generica malinconia. Effettivamente sono davvero tanti i fattori che concorrono a determinare il suo disagio (come per esempio anche la morte, proprio per un colpo di calore, della compagna Pelusa due anni fa).
Arturo è quindi solo e depresso: “Pertanto non è il fattore cruciale per la sua ‘tristezza’ – ha dichiarato l’esperto di animali Danilo Mainardi attraverso le pagine de Il Corriere – C’è ben altro e per capire basta guardarlo”. Gli orsi polari hanno una folta pelliccia e sono fatti per vivere al freddo: per risolvere il problema allora è stata indetta una petizione in Rete per farlo trasferire il centro specialistico Assiniboine Park Zoo in Canada, ad una latitudine ed a temperature certamente più consone.
Sono oltre centinaia di migliaia le adesioni sul web, peccato però che almeno per il momento non ci sia nulla da fare. Arturo non lascerà l’Argentina. A confermarlo è stato lo stesso direttore dello zoo Gustavo Pronotto, secondo cui il trasferimento è troppo rischioso: “Chiediamo a tutti soltanto di smettere di importunare il nostro orso”. Ma com’è stato possibile ospitare una specie con delle specifiche esigenze ambientali in condizioni così diverse? “Lo si spiega purtroppo solo con l’antica funzione degli zoo che pretendono di mostrare la varietà e la diversità della natura ovunque e comunque“, ha concluso Mainardi. Speriamo che in futuro la situazione cambierà.
Foto by Twitter