Quante volte vi è capitato di sentire che i gatti neri portino sfortuna? Naturalmente si tratta solo di una credenza popolare che, oltre ad avere origini molto lontane nel tempo, è impossibile spiegare dal punto di vista scientifico. Per capire di cosa stiamo parlando dobbiamo necessariamente fare un salto nel Medioevo.
Il nostro amico a quattro zampe infatti, in quel periodo storico, veniva continuamente associato al compagno diabolico delle streghe solo perché aveva l’abitudine di uscire di notte e, visto il colore scuro, veniva associato all’inferno e al lutto. Ma non è tutto qui. Se avete degli amici superstiziosi vi sarà anche capitato di sentirvi dire che il gatto nero che attraversa la strada porti iella. Questa diceria è giustificata dal fatto che, in un periodo in cui si andava a cavallo, il gatto nero che attraversava la strada era poco visibile e quindi poteva spaventare il cavallo che si imbizzarriva e disarcionava il cavaliere. La verità invece è che gli unici a rischiare la vita erano e sono ancora i poveri mici che, nella frazione di un secondo, possono finire sotto l’automobile di qualche distratto.
Ma torniamo al presente. Agli amanti degli animali e alle persone poco o per niente superstiziose farà piacere sapere che in alcuni paesi del mondo, come la Francia e l’Inghilterra, i gatti neri portano fortuna. In Italia invece, per cercare di sfatare questa teoria, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), ha fissato sul calendario il 17 novembre come Gatto nero day. Ogni anno infatti, secondo i dati dell’Aidaa, per colpa di questa diceria vengono uccisi circa 60 mila gatti neri e, con questa manifestazione, il 17 novembre è diventata la giornata a difesa della dignità dei mici neri.
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