Sicuramente prendere un serpente domestico non è facile come scegliere un cane o un gatto: bisogna prima informarsi correttamente su tutte le cure che bisogna dare a questi rettili. C’è da sapere che hanno un’indole particolare e non amano essere coccolati: solo dopo una lunga convivenza potrebbero stabilire un certo tipo di contatto. Pur essendo quindi un animale solitario, ha però bisogno di attenzioni ed un’alimentazione adeguata. I serpenti sono carnivori ed amano mangiare topolini, chiocciole, locuste e ramarri che si possono trovare tranquillamente in commercio già congelate (a meno che non abbiate voglia di andare a caccia di questi animaletti).
In casa è necessario preparare un luogo apposito che diventerà l’habitat del serpente: un terrario dalle pareti in vetro (per evitare che scappi) abbastanza grande in un luogo non esposto a correnti fredde, con una lampada UVB, dell’acqua sempre presente ed un tappetino sintetico (questo comporterà non poche spese). Ovviamente sarebbe bene procurarsi una specie facilmente gestibile, docile, non troppo grande e non pericolosa (basti pensare che alcune specie vengono usate anche per la pet therapy ed in particolare per i pazienti affetti da ritardi mentali in quanto fungono da veri e propri stimoli nelle discussioni delle varie paure e fobie).
Tra quelli consigliati c’è il serpente del grano di colore arancione e con macchie dal rosso al marrone (per questo viene chiamato anche Elaphe guttata): è lungo tra un metro ed un metro e ottanta, presenta una testa stretta, un corpo muscoloso ed una coda molto sottile. C’è poi il pitone a palla (detto anche reale) che non supera i 150 centimetri di lunghezza, ha un colorito brunastro con macchie nere ed una testa a forma di “cuore”: è uno dei serpenti più docili e timidi (insieme al falso corallo). Bisogna sempre però affidarsi ai consigli di un venditore esperto perché potrebbe esserci comunque il rischio di ritrovarsi in casa un serpente selvatico.
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