Microchip al cane: quanto costa? Tutto quello che c’è da sapere

I microchip (a sostituzione del tatuaggio) sono un circuito integrato applicato nel tessuto sottocutaneo di un cane, gatto, o di un altro animale che serve ad identificarlo. Sono particolarmente utili in caso di rapimento o semplicemente di smarrimento, ma comunque sono obbligatori per legge almeno per i cani perché questi a differenza degli altri animali hanno un’anagrafe regionale in cui viene segnato ognuno di loro con il proprietario ed il microchip di appartenenza. Inoltre permette anche di identificare il proprietario in caso di abbandono e di riconoscere il cane per le vaccinazioni come quelle contro la rabbia.

I microchip sono delle dimensioni di un chicco di riso e sono basati su una tecnologia RFID, ovvero basata sulla capacità di memorizzazione di dati da parte di particolari dispositivi elettronici e sulla capacità di questi di rispondere all’interrogazione a distanza da parte di appositi apparati fissi o portatili a radiofrequenza. Va inserito entro e non oltre il secondo mese di vita da un veterinario abilitato in ambulatorio gratuitamente (si pagherà solo il consueto prezzo per una visita): se si supera questo tempo verrà applicata una mora di ottanta euro. I cani che invece hanno già il tatuaggio ben leggibile però non hanno bisogno di questo microchip.

Non ci sono delle regole solo per il cane, ma anche il padrone per far inserire un microchip al proprio cucciolo deve avere delle caratteristiche ben precise: prima di tutto deve essere maggiorenne, incensurato e residente nella stessa regione del veterinario di competenza. Non abbiate paura perché i microchip sono indolori, anallergici e accompagnano il vostro amico a quattro zampe per tutta la vita. Ergo non ci sarà bisogno di rimetterlo in futuro. Ci sono solo dei benefici (solo in pochi rari casi e per le taglie più grandi se il microchip si sposta può rendersi illeggibile).

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