Gucci dice no alle pellicce ed entra a far parte della Fur Free Alliance

Una vera e propria rivoluzione nel campo della moda e del lusso: Gucci ha deciso di non utilizzare più pellicce animali per le sue collezioni

Gucci ha detto no alle pellicce. È questa la svolta storica annunciata da Marco Bizzarri, presidente e Ceo del noto marchio fiorentino di lusso, al Kering Talk 2017, presso il London College of Fashion. La decisione, a quanto pare, si inserisce nel piano di sostenibilità decennale del marchio Culture of Purpose. In più, il brand, è entrato a far parte fin da ora della Fur Free Alliance (l’organizzazione internazionale che combatte contro lo sfruttamento e la crudeltà degli animali nelle industrie).

Gucci sogna un mondo sostenibile

La maison, quindi, si impegna a ridurre il proprio impatto ambientale e stabilisce obiettivi ambiziosi per la creazione di un nuovo standard nel luxury retail, come ad esempio garantire la tracciabilità del 95 per cento delle materie prime. L’azienda, inoltre, riconosce il valore delle persone e si impegna a migliorarne la qualità della vita, nonché a dare sostegno alle comunità. Da qui l’idea di donare 1 milione di euro all’Unicef per il progetto Girls’ Empowerement Initiative. Una missione in difesa delle donne più deboli ma anche un segnale forte di uguaglianza all’interno dell’azienda stessa.

Un nuovo modo di fare moda

“L’adesione a Fur Free Alliance – ha detto proprio Bizzarri – e il lancio del progetto Girls’ Empowerment Initiative con Unicef dimostrano il nostro impegno a fare della sostenibilità una parte integrante del nostro business”. E per farlo è arrivato anche un nuovo direttore creativo, Alessandro Michele: “Ho voluto trovare qualcuno che condividesse con me gli stessi valori – ha concluso – cosa che ho percepito subito quando ho incontrato Alessandro. Siamo entrambi convinti che incoraggiando il rispetto, l’inclusione e l’empowerment, si creino le condizioni necessarie per un approccio innovativo alla sostenibilità”. E di certo gli animali ringraziano.

Photo Credits Facebook

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