Monica Pais della Duemari: “La passione è alla base di tutto, ma non prendeteci in giro” [ESCLUSIVA]

La nostra intervista esclusiva a Monica Pais, veterinario della Clinica Duemari di Oristano, molto nota sul territorio e anche sul web

Tutto comincia, almeno per noi di Velvet, quando sulla pagina Facebook della Clinica Duemari di Oristano, nota sul web per i suoi “rottami” da aggiustare, come il cane Palla o la volpe Rosa Fumetta (solo per citare i casi più noti, se ce ne fosse bisogno, ndr.), viene pubblicata la foto di una gattona grigia con uno sguardo sofferente e un messaggio: “Ennesimo ‘abbandono’ presso la nostra clinica camuffato da soccorso, istigato dal solito furbone… Gatta magrissima e con problema respiratorio… Elegantemente smollata da noi appena abbiamo sottolineato le responsabilità… Tutti santi sulle spalle degli altri. Non siamo il gattile municipale, non possiamo farci carico di tutti i gatti del mondo. La micia sarà curata, come sempre. Ma qualcuno imparerà educazione e rispetto”. E ve lo dobbiamo dire, a noi quel post così diverso dai soliti, ci ha incuriosito parecchio. Così siamo andati alla fonte, la dottoressa Monica Pais, con cui avevamo già parlato in questi anni, riscontrando ancora una volta una cortesia e una disponibilità che pochi hanno.

Dottoressa Pais, cosa è accaduto esattamente con la gatta della foto?
È successo che ci hanno portato questa micia, piuttosto magra e un po’ raffreddata, perché sostenevano di averla trovata e di volerla aiutare. Dopo esserci resi conto che non si trattasse di trauma ma di mera inanizione, abbiamo fatto presente che non siamo un gattile ma una clinica privata, che ci sarebbero state delle spese e che si sarebbero dovuti occupare del micio, è scoppiato il caos.

E poi com’è finita?
Ovviamente la gatta è rimasta con noi. Ma stavolta non intendiamo rinunciare e andremo fino in fondo. Queste persone che scaricano sul lavoro degli altri le loro opere di bene devono comprendere che nessuno può farsi carico da solo di tutti i mali del mondo. Né noi, né lui, né chi lo ha istigato. Siamo vittime di questo atteggiamento. Se si chiede aiuto e si dice la verità ci si aspetta aiuto, non lo si pretende. Siamo una struttura privata, chiunque soccorra un animale in difficoltà deve avvisare le autorità, altrimenti deve farsene carico in prima persona, esiste una legge che deve essere rispettata.

Vi era già successo che qualcuno vi portasse animali di cui voleva sbarazzarsi?
Credo capiti a tutti quelli che fanno il nostro mestiere, purtroppo. Anche se non abbiamo certezze che sia questo il caso.

Ma a voi di più perché in questi anni siete molto famosi online?
Si, qualcuno ritiene che l’arrivo di Palla e della sua Onlus, ci obblighi a soccorrere qualunque cosa, atteggiamento anche strumentalizzato da personaggi che infatti emergono sempre dietro a queste spiacevolissime situazioni. In effetti la Onlus e la clinica non sono collegati in nessun modo se non nella idea e nella figura della Presidente, ma non c’è alcuna commistione tra Effetto Palla e la clinica, nel senso che la Onlus si occupa di progetti e spese esterne al lavoro della clinica. Se è vero che dopo Palla siamo diventati popolari sui social, in un certo senso, vivendo in Sardegna, il nostro cliente/proprietario tipo non è cambiato. Siamo molto conosciuti in ambito regionale perché siamo una grossa struttura dotata di attrezzature specialistiche all’avanguardia (per esempio abbiamo l’unica Tac presente in tutta la Regione e lavora pro bono anche per i randagi) e perché siamo un vero centro di pronto soccorso h24. Inoltre, da sempre ci occupiamo di randagi feriti, circa 200 all’anno tra cani e gatti, li curiamo, ne seguiamo la degenza e cerchiamo loro casa, “rottami” senza portafoglio che necessitano di cure lunghe e costose e che altrove verrebbero soppressi senza possibilità di recupero. A questa attività di “corollario” della nostra struttura ospedaliera è dedicata la nostra pagina Facebook con oltre 360000 like. Ma non possiamo prenderci carico di cani, gatti o altri animali che possono essere curati benissimo anche a casa.

In che senso?
Se qualcuno ha bisogno di aiuto magari con un gattino da svezzare (e parlo perché è successo, anche ultimamente), può chiederci aiuto, forniamo spesso anche il materiale per lo svezzamento, il biberon e il latte. Spieghiamo come “trattare il piccolo ” (abbiamo addirittura un modulo prestampato) e sempre diamo visibilità sulle pagine Facebook per cercare balie e adozione. Tutto perché se davvero si vuole aiutare un trovatello, lo può fare chiunque, opportunamente aiutato e seguito. Noi invece non possiamo. Perché oltre ai nostri pazienti privati, ci occupiamo da oltre 25 anni di animali gravemente feriti o malati, che necessitano anche di mesi di cure specialistiche nell’ambito di un accordo stretto tra noi (unica grossa struttura h24 del territorio) e le autorità sul territorio, con un servizio specialistico di pronto soccorso sempre attivo. Se tutto va bene, inoltre, a queste anime cerchiamo anche una casa. Insomma, noi facciamo da sempre la nostra parte, quasi sempre a titolo completamente gratuito, ma siamo assolutamente decisi ad impedire che questa nostra opera di volontariato sia sfruttata da persone che di volontariato non hanno capito nulla.

Cosa dovrebbero fare, quindi, le persone comuni?
Sporcarsi le mani in prima persona. Non si può sempre delegare agli altri, che siano le istituzioni o le associazioni. Non si può solo pretendere. Se si vogliono davvero cambiare le cose, bisogna metterci la faccia, non solo le parole. Siamo come sempre disposti a metterci del nostro ma non siamo più disposti a lasciar correre, è bene che sia chiaro una volta per tutte.

Come dire: utenti avvisati, mezzi salvati…

Photo Credits Facebook

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