Gatto obeso gettato da un’auto in corsa: non riusciva a muoversi e non lo volevano più

Discriminare qualcuno per il suo aspetto fisico è grave quando si parla di esseri umani, ma in un certo senso lo è di più quando si parla di animali. Primo perché se li ami davvero non puoi non vederli brutti. Secondo poi perché, molto spesso, se sono diventati meno “belli” di come apparivano in principio, la responsabilità probabilmente è dei proprietari. Almeno questo è il caso di Jabba, un gattone americano che si è visto cacciare di casa per colpa dei suoi chili di troppo. Sì, avete capito bene: il micio, negli anni, aveva messo su peso, non si muoveva bene ed era goffo, così i suoi “umani” hanno pensato bene di gettarlo via come fosse spazzatura e, per di più, da un’auto in corsa.

Per sua fortuna il pelosone è stato soccorso e portato in un centro veterinario di East Greenwich, nel Rhode Island. Quando è arrivato nella struttura, le sue condizioni non erano delle migliori: Jabba era ricoperto di feci e faticava a muoversi, sia a causa della sua mole imponente (il micione, infatti, pesava all’incirca 12 chili, ovvero il doppio di quanto avrebbe dovuto), sia per il trauma subito dall’abbandono. Secondo quanto scritto dal Daily Mail, inoltre, ci sarebbe anche un testimone oculare: sarebbe lui ad aver visto una Toyota nera avvicinarsi al parco Scalloptown, abbassare il finestrino, buttare il gatto e fuggire. L’uomo, però, non ha potuto però fornire altri dettagli utili sulla vettura, perché preoccupatosi delle sorti dell’animale ha pensato prima a chiamare aiuto.

jabba pezzo

Terminati i primi trattamenti, i medici pensavano di trovare per il micio (di circa 14 anni) una nuova casa e una nuova famiglia. Ma purtroppo, nonostante la dieta e le cure tempestive, il pelosone non ce l’ha fatta a sopravvivere al dolore dell’abbandono. Ora è in un posto migliore, come hanno scritto i volontari del rifugio nella loro pagina Facebook, e la sua storia vivrà per sempre: come si può fare questo a un essere vivente che si dovrebbe amare?

Foto by Facebook

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